Meno 13

Questo weekend ero sola a casa.
Ieri mi sono un po’ riposata (diciamo che non stavo proprio in piedi) e ho un po’ inscatolato. Bicchieri e tazze per lo più. E ho preso la plastica per implasticare il divano. Che trasloca mercoledì anche se l’architetto non vuole. O non può. Ho deciso e basta.
Il trasloco definitivo si avvicina, è praticamente tutto da fare e però i turisti si avvicendano, tra mal di fegato e stanchezza e “c’è il parcheggio”?
E quindi giù di ansia e gastrite.

Poi è arrivato il farmaco nuovo: martedì farò il corso di formazione in iniezioni sottocutanee. Che 2 anni di interferone e 3 di copaxone non sono sufficienti.

Al lavoro vorrei impalare la mia diretta collega alla quale paro il fondoschiena e poi va in giro a dire che sono arrogante.
Devo resistere fino al 31/12/2015. Manca sempre meno.

E insomma una sola parola riecheggia nella mia testa: daje!

Non capisco dove sbaglio

Ore 00.00, 50 minuti fa, suonano i carabinieri al campanello perché hanno sfondato il finestrino del conducente della mia auto.
E quindi angoscia e paura. Perché domani abbiamo diversi giri per la casa, per i soldi che non abbiamo e che ci costerà e la paura della gente balorda in generale, che sono comunque una ragazza.
E mi metto a piangere, non subito, in casa.
La parola di conforto dell’Architetto? “Perché piangi? Dovevamo passare anche questa”. E mi manda a letto. Letteralmente.
Fanculo.
È successa la stessa cosa ormai 7-8 anni fa: ero al cinema con il Primo Ex e tornando all’auto abbiamo trovato la sorpresa. Mi sono spaventata pure lì e lui era quasi più preoccupato per me che per l’auto.
Non capisco perché io non possa essere abbracciata e non mi si possa dire due parole di circostanza, pure un semplice “non ti preoccupare”… Chiedo troppo? Sono cose assurde?
Sono sempre più convinta: avevo di meglio, ma non ne ero all’altezza.

Impacchetta. Depacchetta

I miei traslocano. Venerdì hanno spostato “la roba” in casa nuova, e ora c’è il descatolamento.
Mio padre ha sbagliato le misure.
La casa nuova è il 70% della vecchia. Mia madre ha esaurimenti e recuperi a ciclo continuo. Io sono all’estero (per lavoro) e mi sento in colpa che non le sono vicina.
Una vita a sudarsi ogni mobile, ogni “cucina italiana”, ogni minchiata, e il divano in casa nuova non ci sta e quindi via, regalato.
“Butta quello che non usi!” si dirà. Orribile, visto quello che ho appena detto scritto. Ma soprattutto impossibile: su 140 scatoloni, 93 (93!!) sono libri. E per noi il libro è una fede. E fisicamente incomprimibile: prova un po’ a restringere l’UTET!

Cellulite – premessa

Tra i tanti simpatici effetti collaterali idioti della sclerosi multipla, quelli che non gliene frega niente a nessuno perché, checcavolo, hai problemi più grandi (vero), è lo sgradevole aspetto che m’ha dato il cortisone.
Non solo lui, io la “pericità” ce l’ho genetica (altra maledizione materna) e quindi sono portatrice sana di culone e cellulite localizzata su cosce e zone limitrofe, ma lui aiuta. Eccome se aiuta. E quindi ho deciso di investire qualche euro in un coupon di groupon e ho comprato 5 sedute di figurella.
Me ne mancano due.
E ho visto che io ho un problema oggettivo, non grave, figuriamoci, sono pippe estetiche. E mille altre no!! Ma di loro sparlerò più avanti.
Poi vi dico se perdo centrimetri: non sono stata sintetica nemmeno nel post di annuncio, non vorrei uccidervi di noia.

Stupido gatto dei vicini. L’altro

Sopra di noi abita un cagnolino. Pure lui piccino picciò.
Ha le stesse dimensioni di Emi, quindi credo che lei se lo mangerebbe in un boccone.
Di fronte alla nostra porta c’è un cancelletto che delimita un mini pezzo di cortile di pertinenza. Un’inezia da 5 mq.
La scena è questa: Emi e il cagnetto si incontrano in cortile; si guardano, qualche minuto immobili, poi Emi scatta e si infila tra le sbarre del cancelletto. Dove il cagnetto, che le scatta dietro, per quanto piccino, non passa. E allora Emi cammina sorniona su e giù, lungo il cancelletto, fuori portata di zampa, e il cagnetto fa piccoli scatti avanti e indietro, a destra e sinistra. Credo nella speranza che Emi faccia un errore.
Povero cagnetto preso in giro da una gattina.

Arte chimica

C’è poco da fare: senza i colori in tubetto, non avremmo avuto gli impressionisti. Senza il moplan, non ci sarebbero i mobili di Zaha Hadid.
Senza i fratelli Lumière, niente istallazioni video (prego notare l’assenza di ulteriori commenti).
L’arte deve alla scienza e alla tecnologia, e in fin dei conti a chimici, fisici e ingegneri, molto più di quello che ama ammettere.

Stupido gatto dei vicini

Abbiamo scoperto cos’ha Emi.
Un infiltrato. O un innamorato non corrisposto. Comunque uno stupido gatto dei vicini.
E insomma stasera stavo cucinando e l’ho sentita ringhiare: sono corsa fuori e l’ho afferrata al volo prima che si fiondasse dietro allo stupido gatto dei vicini e andasse in strada.
L’ho portata in casa e si è scatenata per uscire, e ovviamente col cavolo: è rimasta dentro finché lo stupido gatto dei vicini non si fosse ritirato.
Assurdo: una miciotta piccina picciò, tre chili a far tanto, che si scatena come una furia contro un peloso estraneo per una casa che lasceremo ad agosto.
Scema di una gatta scema.