Baby outsourcing 

Allora in Finlandia c’è ‘sta cosa bellissima che lo stato ti manda a casa uno starter kit per il nascituro: è una scatola zeppa di vestiti per neonati, per i primi sei mesi di vita, e altre cose che possono servire che io ora boh. Non so.

Ma non solo! Il puttino nella scatola ci può dormire! Certo nel mio caso dovrà dividerla con Emi, ma insomma: sono piccini entrambi e dovrebbero starci, e poi è importante imparare a condividere fin da subito. E poi figuratevi: Emi è una madre mille volte più esperta di me…

Si capisce che vorrei tanto quella scatola? Eh? Si capisce?

Nel caso ve lo foste chiesti: sì, la vendono on line.

Alleggerimenti

Ho tolto il piumino-grado-di-calore-5.
Ecco.
Cavolate? Col cavolo!
Innanzitutto uno dei sintomi della sclerosi è avere freddo (con annesso commento “copriti!”, che va a braccetto con il “sono stanca”-“anch’io”). Soprattutto quando sono stanca. E già questo basterebbe per giustificare un cappotto di scorta in ufficio, a mo’ di ombrello.
E poi è stata una faticaccia: mi sa che il piumone rimarrà a prendere aria per un bel po’, almeno fino a quando non avrò abbastanza forse per rinchiuderlo nella busta sottovuotabile.
Infine le proteste di Emi: nell’imbottito leggero non sprofonda e non fa cuccetta. È molto offesa.
Comunque godiamoci il sole e il caldino, che tra poco…

Io ho visto la luce

Si vede la fine del cantiere. Si vede la luce.

In particolare: ho personalmente e in solitaria scelto il pavimento. Il giusto colore, il giusto grado di sbirluccicchio, la giusta texture sotto i miei piedini, i giusti tempi di consegna, il giusto prezzo. Tempo netto? 20 minuti, fuga abbinata compresa. Dopo che l’Architetto mi ha trascinata da piastrellisti per mesi il sabato mattina tra urla e sbraiti: non sapete quanto gli rode. Manca il rivestimento, scelto ma non ordinato.

Finora avevo giusto deciso wc e bidet: il pavimento è una bella conquista!

E abbiamo (ho) ordinato la cucina: melanzana e bianco. Matt. Mi piace e arriva a metà luglio. Stiamo ancora valutando gli elettrodomestici: non costano molto meno acquistati non dal mobiliere… mi sa che non conviene.

Insomma il cantiere sta finendo: non vedo l’ora di entrare e di fare pulizie e di arredarla e di riempirla di gatti abbandonati. Sono veramente esaurita! Però il mio fisico regge bene: sono stanca, sì, ma temevo drammi e ricadute che al momento, nonostante l’assenza di terapie, non si sono viste [e tocchiamo ferro tutti assieme].

Ogni tanto ho periodi bui, tipo l’altro ieri che sono andata a parlare alla signora di due piani sopra per dirle “ciao signora di due piani sopra! ti dobbiamo fare un buco nel muro perché la mia caminella della caldaia è ostruita dietro il tuo muro e non ho intenzione di far saltare in aria il palazzo”. Non è stato carino né facile, ma nemmeno impossibile.

In quei momenti stilo l’elenco delle persone che inviterò all’inaugurazione: usavo lo stesso trucco in tesi per la festa di laurea. Ha funzionato allora e funziona ora.

Ancora mi manca quando l’Architetto mi diceva “non vedrai mai il cantiere! sei la committente: romperesti solo le palle”.

E io che ci avevo pure creduto.

Maps

Ieri mi sono persa.
Si dirà “capirai, capita a tutti, e il tuo senso dell’orientamento fa anche acqua da tutte le parti” (vero: ho altre qualità).
Ma ieri sera sono scesa dal bus e non sapevo dove fossi.
E soprattutto non sapevo dove abitassi: non ricordavo la via di casa mia.
Non capivo dove fossi e non ricordavo dove abitassi.
Ho rumato in borsa (c’è un altro modo per dirlo? Si capisce?) e ho trovato una domanda col mio io sottoscritta residente in…
Ho gironzolato un po’, ho fermato un taxi e gli ho letto l’indirizzo.
E alla fine sono entrata in casa, accolta da Emi che mi ha calmata e le cose sono pian piano ritornate, la nebbia si è diradata.

L’Architetto dice che è stato solo un attacco di panico, che sono sovraccarica in questo periodo, di non aver paura.

Ma non è così semplice.

Emi e i vaccini

Emi è stata male e m’è costato uno sproposito.
Che poi ha già nove anni e allora tutti a preoccuparsi che va tenuta d’occhio.
Che ansia.
Comunque a settembre altro sproposito: vaccino trivalente, test fiv e felv e poi vaccino fiv. Praticamente rimango orba.
Vorrei in particolare andare dal mio vet lagunare: è un bel viaggetto, ma lui di quello campa, visto che le visite non me le faceva mai pagare. E quindi faremo un tour: d’altronde c’è gente che paga un sacco di soldi per andare a Venezia…

Astenia uggiosa

Sabato ho dormito.
Tutto il giorno.
Tutto.
Appena toccavo qualcosa di morbido, letto o divano, tempo 40 secondi netti e ronfavo.
Ho persino rischiato di addormentarmi in vasca da bagno.
Ero quasi preoccupata! Io che faccio una fatica bestia a prendere sonno.
Avrò avuto problemi la notte, direte voi.
Nemmeno.
Quando l’astenia decide, non c’è scampo.

Stupido gatto dei vicini. L’altro

Sopra di noi abita un cagnolino. Pure lui piccino picciò.
Ha le stesse dimensioni di Emi, quindi credo che lei se lo mangerebbe in un boccone.
Di fronte alla nostra porta c’è un cancelletto che delimita un mini pezzo di cortile di pertinenza. Un’inezia da 5 mq.
La scena è questa: Emi e il cagnetto si incontrano in cortile; si guardano, qualche minuto immobili, poi Emi scatta e si infila tra le sbarre del cancelletto. Dove il cagnetto, che le scatta dietro, per quanto piccino, non passa. E allora Emi cammina sorniona su e giù, lungo il cancelletto, fuori portata di zampa, e il cagnetto fa piccoli scatti avanti e indietro, a destra e sinistra. Credo nella speranza che Emi faccia un errore.
Povero cagnetto preso in giro da una gattina.

Stupido gatto dei vicini

Abbiamo scoperto cos’ha Emi.
Un infiltrato. O un innamorato non corrisposto. Comunque uno stupido gatto dei vicini.
E insomma stasera stavo cucinando e l’ho sentita ringhiare: sono corsa fuori e l’ho afferrata al volo prima che si fiondasse dietro allo stupido gatto dei vicini e andasse in strada.
L’ho portata in casa e si è scatenata per uscire, e ovviamente col cavolo: è rimasta dentro finché lo stupido gatto dei vicini non si fosse ritirato.
Assurdo: una miciotta piccina picciò, tre chili a far tanto, che si scatena come una furia contro un peloso estraneo per una casa che lasceremo ad agosto.
Scema di una gatta scema.

Coprifuoco

Alla fine ieri ci siamo trasformati in delinquenti. Presi dall’ansia e dal sonno.
Ma andiamo in ordine.
Alle 22.30 Emi, madamina, esce.
Alle 22.40 io ero bella addormentata in divano, e l’Architetto (da ora in poi, per brevità, indicato con A.) mi ha mandata a letto.
A mezzanotte mi sveglia dicendo: non trovo Emi. E io: è fuori. E lui: lo so e non è ancora tornata.
Armata di vestaglietta e croccantini mi metto fuori in corticella a chiamarla e agitare la scatola, mentre A. fa il giro dell’isolato.
E per fortuna non trova incidenti per strada.
Andiamo avanti per più di un’ora, io ad agitare croccantini, lui a cercare in giro. Nulla e silenzio.
Ad un certo punto A. vede un gatto dentro un giardino, crede sia Emi e prova a chiamarla. E lei (?) manco lo fila.
A quel punto decidiamo di andare a dormire: non vuoi venire a casa? Ok cavoli tuoi (tanto nella zona c’è poco traffico).
Andiamo a letto. Non ci addormentiamo, ovviamente. All’una e mezza sentiamo un miao urlato di quelli che lanciano i mici quando lottano o che. Scattiamo in piedi, ci buttiamo addosso qualcosa (io avevo, sotto la camicia da notte, i pantaloni storti della tuta, sopra la vestaglietta e un tranchino, il tutto con ballerine. Tanto era buio) e usciamo.
Andiamo dove A. l’aveva intravista e vediamo un micio nero. Al che, armati di sgabellino, A. scavalca e entra in un giardino altrui E LA VEDE! Nascosta sotto una siepe, nel giardino a fianco, non si sa se menefreghista o terrorizzata. La chiama e lei non lo fila.
E lì la svolta: facciamo il giro dell’isolato e entriamo nel giardino confinante.
Tempo 10 minuti e A. la afferra!
Me la passa, scavalca, e finalmente andiamo a casa.
Ore due della notte.
E madamina aveva pure il coraggio di cercare di divincolarsi dalla mia mai così salda presa!
Oggi provo a settare il suo microchip con la tracciatura GPS!