Ho tolto il piumino-grado-di-calore-5.
Ecco.
Cavolate? Col cavolo!
Innanzitutto uno dei sintomi della sclerosi è avere freddo (con annesso commento “copriti!”, che va a braccetto con il “sono stanca”-“anch’io”). Soprattutto quando sono stanca. E già questo basterebbe per giustificare un cappotto di scorta in ufficio, a mo’ di ombrello.
E poi è stata una faticaccia: mi sa che il piumone rimarrà a prendere aria per un bel po’, almeno fino a quando non avrò abbastanza forse per rinchiuderlo nella busta sottovuotabile.
Infine le proteste di Emi: nell’imbottito leggero non sprofonda e non fa cuccetta. È molto offesa.
Comunque godiamoci il sole e il caldino, che tra poco…
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Finalmente a casa
Da un mese a questa parte sto lavorando tanto e in modo squilibrato.
Al lavoro retribuito alterno i picchi isterici di Zorro, il mio diretto superiore, al nulla totale.
Al lavoro non retribuito, quello per l’Architetto che è in fase di formazione all’estero, sono circondata da storditi incapaci di allacciarsi le scarpe ed è sostanzialmente impossibile un minimo di ottimizzazione e quindi per fare due cavolate ci metto ore.
Poi ho i check in e via di Cenerentola.
Insomma tutte queste parole per dire che sono molto stanca e ieri sera sono andata a letto con un libro. Mi sono messa a leggere con la luce accesa e mi sono risvegliata stamattina che la luce era spenta.
Insomma ho spento la luce senza svegliarmi.
E questo per me è inequivocabile segno di casa.
Chi va con lo zoppo…
Ho deciso che d’ora in poi zoppicherò.
Sarà il mio modo per comunicare agli altri la mia stanchezza.
Visto che dire “sono stanca” o “non ce la faccio più” non serve a nulla, perché non c’è persona al mondo che mi prenda sul serio, è giunto il momento di farla vedere.
Quindi zoppicherò.
Di solito con le immagini si ottiene qualcosa dove il solo concetto astratto non arriva.
E proverò anch’io.
Un fine superiore
“Hai parcheggio per una piccola fiat?”
“Il lavandino è pieno d’acqua e non scende, non capisco”.
“Arriveremo con l’ultimo treno da Milano, verso le 22.30”.
“Atterro alle 22.10 a Treviso e non so se prenderò l’ultimo pullman per Venezia”.
E ancora non ho traslocato il divano, quindi se aspetto, aspetto su una sedia.
È per un fine superiore.
È per un fine superiore.
Piccoli segni d’autunno
La sveglia al buio.
La vestaglietta rosa.
Il caffè lungo, molto lungo.
La giacca al mattino.
Meno turisti in ciabatte e non solo per il freschetto.
Il 2 che non arriva più al lido e il 6 che non c’è più il weekend.
E Venezia in una luce meravigliosa, quando non piove.
Domande sceme – 3
Turista italiano: “no perché è scomodo non poter arrivare fin qua senza auto”.
Il “qua” era campo San Leonardo.
Non ho risposto.
Domande sceme – 2
Scena: Battello pieno che più pieno non si può.
Azione: Madre con mega zaino (che non toglie) spinge fino a salire con il passeggino.
Dialoghi:Il marinaio: Zaino alla mano!*
Madre: is there any sitting for kids?
Il marinaio: Zaino alla mano!
Madre: is there any sitting for kids?
Eh certo: in ogni autobus ci sono i seggiolini per bambini…
Non è che sono turisti, è che proprio sono stupidi!
* In italiano. E ci ho messo un po’ a capire il significato pure io…
Domande sceme – 1
Inauguro oggi una serie (?) di micro post su domande sceme che mi sento fare ora che trasloco e che mi sentirò fare quando abiterò a Venezia*.
“Scusi, lei è Veneziana?”
“No, due materassi fanno parte della mia valigia standard”.
Non lavorare più nel turismo depaupererà il mio repertorio.
*Ma Venezia Venezia?
Da cantiere a casa
Abbiamo montato (alcuni) mobili.
Abbiamo pulito a terra con un acido per rimediare al disastro dello stucco.
Abbiamo tolto attrezzi e cartoni.
Ho messo sapone e asciugamani in bagno e testato lavastoviglie, lavatrice e asciugatrice.
E ora, finalmente, è una casa.
Nuove paroline
Imberlato (dicasi di muro con panciotta).
Rastremato (dicasi di muro che segue la filosofia delle convergenze – o divergenze – parallele).
Scheo (conosciuto dai più come centimetro).
Fuori squadra (sinonimo di rastremato).
Fuori bolla (sinonimo di imberlato).
Ta morti i cani (frase da dire a chi ti ha fatto imparare le paroline di cui sopra).