Il 22 febbraio è arrivato ed è passato. E io sono sopravvissuta. E ho ricominciato. Anche grazie a AB e alla sua mamma che mi ha pseudo adottata e mi ha regalato una borsa bella bellissima coi gatti. Ecco.
Però:
La mattina ho avuto una crisi, che l’Architetto mi ha chiesto com’è andata (quest’anno s’è accorto di qualcosa).
A metà mattina sono andata da una parrucchiera nuova. Ricresceranno.
Poi ho fatto la spesa.
Poi ho dormicchiato. E poi teatro.
E insomma è andata.
È andata che mi hanno portata in una stanza, con microscopi e sedie tipo sgabelloni, e io mi ci sono appollaiata sopra. Dietro di me due infermiere e mia mamma, soffocata dall’ansia, vicino alla neurologa (un’altra, mai vista prima, un’arpia, ma sa come dare le diagnosi).
Pure lei la prende larga: mielina, autoimmume, ricadute, lesioni, cortisone… ma legge la vacuità nei miei occhi e spara: “insomma hai la sclerosi multipla”.
Dieci secondi. E il nulla. E le forze che se ne vanno. E le braccia delle infermiere che mi agguantano.
La neurologa taglia corto: non guardare in internet, se hai domande chiamami… e poi:”te la senti di tornare a casa? Ci vediamo tra una decina di giorni. Io non posso fare più nulla per te qui, ma se ti senti più tranquilla ti tengo ancora un po’”.
Ho chiesto di essere dimessa: i lutti si affrontano a casa.
Mi vesto, mi sistemo un attimo, aspetto mio papà che non c’era (ancora non c’è) e vado a prendermi le scartoffie: “Diagnosi: sclerosi multipla.
Codice esenzione 046.
Data guarigione: mai”.