Perlomeno 

È arrivato il giorno del rientro. Domani.

Antefatto. Gli ultimi mesi ho condiviso la casa con una collega e il marito. Ufficialmente perché da incinta è meglio così. Di fatto mi aveva fatto perdere una casa che avevo visto perché il marito doveva andare in America e le veniva comodo (e pure a me) smezzare l’affitto. Quando ho saputo che no, il marito non sarebbe andato, ormai ero al 5′ mese di gravidanza e da lì a tre mesi sarei rientrata e quindi che ti prendi casa sola? Ma dai, sei incinta.

Ora è incinta pure lei (finalmente), quindi cambiano casa ad agosto. 

Gli accordi erano che avrei lasciato degli scatoloni in casa sua nuova (ma dai, li porto in ufficio; ma va’, che mi costa), quindi mi preparavo a scendere con 3 valigie. 

E invece.

Ieri sera esce la domanda: “dove li lasci gli scatoloni? Perché ho pensato che in ufficio è meglio”. Ieri. E parto domani. 

Io col capo mica ci ho parlato: speriamo mi dica di sì, se no non lo so.

E in tutto ciò notte in bianco per l’ansia. Che è consigliato eh: incinta e con la sclerosi, l’ansia e lo stress sono proprio terapeutici.

Quello che più mi fa incazzare è che si riempie la bocca con società comunista, rete di amicizie e conoscenze, supporto reciproco e via andando. 

L’Architetto, per fare paragoni noti, perlomeno ha la decenza di non nascondere che è uno stronzo.

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